Kierkegaard a Milano: un danese sotto la Madonnina

In questo articolo proviamo ad immaginare un'esistenzialista che reagisce ai ritmi frenetici della città lombarda. Kierkegaard oggi va a Milano, domani chi lo sa.

FILOSOFIA

Ginomaria Rocca

10/6/20243 min read

Immaginate Søren Kierkegaard, il filosofo danese dell'angoscia e della scelta, che si aggira per le vie di Milano, una città che pulsa di vita e di contraddizioni. Un uomo dal volto scavato dalla riflessione, con gli occhi che scrutano le anime e le folle, cercando di decifrare il senso profondo dell'esistenza. Un personaggio fuori dal tempo, ma incredibilmente attuale.

Søren Kierkegaard, filosofo e teologo danese dell'Ottocento, è considerato uno dei padri fondatori dell'esistenzialismo. In un'epoca dominata dal pensiero hegeliano e dallo spirito del positivismo, Kierkegaard si erge come una voce solitaria, puntando il faro dell'analisi sulla singolarità dell'individuo e sulla sua relazione con l'assoluto. Le sue opere, come "Timore e tremore" e "Il concetto dell'angoscia", sono un'indagine profonda nell'animo umano, esplorando temi come l'angoscia esistenziale, la scelta, la fede e il rapporto tra finito e infinito. Kierkegaard, con la sua scrittura appassionata e spesso ironica, invita il lettore a un confronto diretto con le grandi domande della vita, stimolandolo a una riflessione autentica sulla propria esistenza

Il Filosofo dell'Angoscia a Milano

Kierkegaard, con la sua filosofia esistenzialista, ci invita a interrogarci sulla nostra individualità, sulla nostra libertà e sulla nostra responsabilità. A Milano, una città che esalta l'individualismo e la ricerca del successo, il filosofo danese troverebbe un terreno fertile per le sue riflessioni. Come reagirebbe alla moda milanese? Lo vedremmo forse aggirarsi tra le boutique del Quadrilatero della Moda, osservando le persone che inseguono l'ultima tendenza, e chiedendosi se dietro a ogni look si nasconda una ricerca di autenticità o solo il desiderio di conformarsi. O forse, durante la fashion week, potrebbe fermarsi a fare qualche selfie nelle code al di fuori dei buffet stellati.

Kierkegaard non si perderebbe la rinomata vita notturna: un aperitivo al Campari, qulche scatto all'Old e poi privè al Just Cavalli.  O forse lo troveremmo in qualche altro locale di tendenza, magari un po' più luminoso, ascoltando la musica e osservando le persone che ballano e si divertono. E si domanderebbe: "Ma qual è il vero scopo di tutto questo? C'è qualcosa di più profondo della ricerca del piacere effimero?"

Riuscirebbe Kierkegaard a interrogarsi sulla spiritualità a Milano? In una città che sembra sempre di corsa, Kierkegaard cercherebbe quei luoghi dove essa trova spazio: un monastero in periferia, un centro di meditazione, una semplice panchina in un parco, magari proprio a Parco Sempione. Luoghi dove riflettere sulla propria esistenza e ritrovare un senso più profondo ci sono anche nelle vie più centrali, basti pensare al Duomo e alle sue architetture solenni, ma anche la suggestiva ciesa di San Bernardino alle ossa, nota per i suoi estesi ossari esposti.

L'Attualità di Kierkegaard

Le domande che Kierkegaard si poneva sono ancora oggi attuali. Qual è il senso della vita? Come possiamo trovare la nostra strada in un mondo sempre più complesso e incerto? Come possiamo vivere una vita autentica?

Le opere di Kierkegaard, come "Timore e Tremore" e "Il concetto dell'angoscia", continuano a essere lette e studiate in tutto il mondo. La sua filosofia, infatti, ci invita ad accettare la nostra finitezza, ovvero riconoscere i nostri limiti e la nostra mortalità, che è il primo passo verso l'autentica esistenza.

Bisogna poi scegliere liberamente: la libertà è un dono prezioso, ma comporta anche la responsabilità delle nostre scelte. I tempi attuali sicuramente portano a riflettere molto sul sottile velo che si frappone tra il libero arbitrio e il condizionamento delle masse, può un uomo mettere da parte se stesso per inebriarsi dei piaceri del consumismo?

Non si può quindi non affrontare l'angoscia: essa è una parte integrante dell'esistenza umana e accoglierla ci permette di crescere e di diventare più forti. Si potrebbe poi ragionare a lungo su come e quanto aprirsi all'angoscia e dove essa può portarci, ma non è questo il luogo per approfondire. Tuttavia, si potrebbe dire che un esistenzialista a Milano possa escludere l'angoscia dalle emozioni che questa grande città gli susciterebbe?

Kierkegaard e la Milano di Oggi

Immaginare Kierkegaard a Milano ci aiuta a riflettere sulla nostra società e sulle nostre vite; il filosofo danese ci invita a rallentare, a guardare dentro di noi e a interrogarci sul significato della nostra esistenza. In un mondo sempre più frenetico e superficiale, le idee di Kierkegaard ci offrono una preziosa bussola per provare ad orientare alcuni aspetti della nostra vita.

Søren Kierkegaard, con la sua profondità di pensiero e la sua capacità di porre domande esistenziali, continua a essere un'ispirazione per molti, soprattutto coloro che vengono in un certo senso travolti dallo stile di vita metropolitano contemporaneo. La sua filosofia ci ricorda che la vita è un viaggio, un percorso alla ricerca di noi stessi e del nostro posto nel mondo e che, nonostante le difficoltà e le incertezze, vale sempre la pena di vivere con passione e autenticità.

Cosa ne pensi? Ti piacerebbe incontrare Kierkegaard in un bar di Milano e discutere con lui delle sfide del mondo contemporaneo? Lascia un commento e condividi le tue riflessioni!